Archiviazione quantistica per una densità di dati 1000 volte superiore
La parola "quantistico" ha acquisito il suo vero significato negli ultimi anni del XX secolo. Oggi praticamente ogni giorno possiamo sentire qualcosa di nuovo in questo campo. Quando cominciamo a parlare di “quantum” nel campo dell’informatica, ci stiamo avvicinando a cambiamenti davvero drammatici che plasmeranno l’era a venire.
L'informatica quantistica è una tecnologia basata sui principi della teoria quantistica, che spiega la natura dell'energia a livello degli atomi. I computer quantistici oggi contengono dozzine di qubit (bit quantistici). Ogni qubit esiste in una sovrapposizione di zero e uno (ovvero un qubit ha un numero “diverso da zero” di possibilità di essere zero o uno) finché non viene misurato. Lo sviluppo dei qubit ha implicazioni nella gestione di enormi quantità di dati e nel raggiungimento di livelli di efficienza di calcolo finora irraggiungibili, che hanno un enorme potenziale per l’informatica quantistica.
Gli ingegneri della Facoltà di ingegneria molecolare di Chicago (Pritzker School of Molecular Engineering e Argonne National Laboratory) hanno dimostrato che il calcolo quantistico può essere utilizzato anche per scopi di archiviazione dei dati. A questo scopo sono stati utilizzati cristalli di ossido di magnesio con elementi rari e i dati vengono archiviati utilizzando fotoni di diverse lunghezze d'onda. Il risultato di tutto ciò sono i supporti di memoria, che in futuro potrebbero memorizzare fino a 1000 volte più dati di quelli che se ne possono memorizzare oggi.
Anche se l’archiviazione dei dati con un computer quantistico è una grande promessa, bisognerà aspettare ancora un po’. La tecnologia attuale non è ancora pronta per questo tipo di archiviazione dei dati. Soprattutto se si tiene conto del fatto che per archiviare i dati lo spazio deve essere raffreddato quasi fino allo zero assoluto.